di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Il Governo Meloni intende dare un’accelerazione alle misure per contrastare il caro energia, presentando una serie di emendamenti al dl Aiuti ter, attualmente all’esame della commissione speciale della Camera: l’inserimento del decreto accise di Draghi, il ripristino dei mutui agevolati per i giovani under 35, la proroga al 2023 dei termini per l’adesione al credito di imposta ricerca e sviluppo, il rinvio al 30 giugno 2023 dell’invio delle multe per chi non si è vaccinato, l’abrogazione degli indici di alert per le crisi d’impresa per le aziende.
Una prima iniezione di fiducia, necessaria, che, però, va messa nell’insieme di altre misure da implementare entro l’anno e con la finanziaria.
Di risorse ne servono molte, almeno 40 miliardi di euro, per parare i colpi di un pugile molto forte che, però, appare anche suonato, cioè di un contesto prima geopolitico e poi economico incontrollato, che rischia di minare la fiducia intere popolazioni e di operatori economici. Un problema per l’Italia che anche il presidente di Acri, Francesco Profumo ha oggi evidenziato. Fiducia che, però, cresce, non per fortuna ma per merito, verso il neoeletto presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. È un patrimonio da custodire e potenziare, perché fattore propulsivo di crescita economica per l’intero Paese, e che quindi va supportato da interventi decisi, come il taglio di cinque punti del cuneo fiscale, su cui si è già impegnata Meloni.
Il contesto geopolitico mantiene sotto pressione imprese, cittadini, lavoratori, perché rialzi e speculazioni si rincorrono. Oggi rimbalzano verso l’alto le quotazioni del grano e delle altre materie prime agricole, dopo lo stop alle esportazioni dal Mar Nero scelto dalla Russia, che ha deciso, per ritorsione, di sospendere l’accordo con l’Ucraina per il passaggio del grano attraverso il Mar Nero. Si tratta di rialzi in media del 5,7%, secondo incremento più alto di tutte le materie prime dopo quello del gas naturale.
È evidente ormai che le oscillazioni dei prezzi e, di conseguenza, la crescita dell’inflazione sono in larga parte dovute alle scelte dei singoli Stati. Ciò vale anche per la corsa che singolarmente i Paesi Ue hanno dovuto fare per approvvigionarsi di gas non russo e che in estate ha generato aumenti spaventosi. Oggi che i “magazzini” sono pieni di scorte di gas e che un eccezionale bel tempo ci aiuta, quel prezzo sta crollando, fino a meno 70%. Addirittura, in Texas, qualche giorno fa, il gas valeva meno di zero.
Non possiamo illuderci, però, le oscillazioni non sono finite e, contemporaneamente, famiglie e imprese continuano a ricevere bollette che riflettono i prezzi di questa estate, 330 euro MgWh. Sono tutti stanchi e spaventati. E, soprattutto, in grado di capire cosa è accaduto e continua ad accadere.