La novità storica della prima donna alla guida del Paese da Palazzo Chigi è stata accompagnata da una accelerazione dei tempi, mai avvenuta prima, anche quando il verdetto delle urne era chiaro. Una partenza lanciata che ora deve rafforzarsi con il coinvolgimento attivo delle parti sociali

Presi da tante cose, in molti non hanno percepito a fondo l’enorme novità di queste settimane. Al netto del fatto storico di una prima donna alla guida del governo, vi è però un secondo elemento forse meno evidente, in quanto tutti siamo abituati alla velocità delle decisioni. Fra le elezioni e il voto di fiducia del Parlamento a Giorgia Meloni, è passato un mese. In epoca di social, potrebbe sembrare un lasso temporale enorme, in quanto, spesso, le notizie della mattina sono già vecchie alla sera; eppure, in uno stato democratico come il nostro è un iter per molti versi velocissimo, soprattutto se consideriamo che larga parte di questo tempo è stata dedicata alla validazione dei risultati elettorali e alla convocazione dei nuovi senatori e deputati. Non era mai successo prima che una coalizione si presentasse dal Presidente della Repubblica con le idee talmente chiare da ridurre l’incontro ad una mera formalità, pur nel rispetto della figura altissima incarnata oggi da Sergio Mattarella. Pochi minuti nei quali indicare la volontà di candidare la leader di Fratelli d’Italia alla guida del Paese ed altrettanti pochi minuti per Giorgia Meloni per sciogliere la riserva e per presentare la lista dei ministri. Probabilmente se Mario Draghi, che gli italiani e le parti sociali ringraziano per il lavoro svolto e per aver continuato a difendere l’Italia a Bruxelles, non si fosse trovato all’estero in quelle ore, il passaggio sarebbe stato ancora più veloce. Poche parole e tanta voglia di fare, quindi. Siamo convinti che il nuovo governo saprà ascoltare i corpi intermedi per individuare le soluzioni utili al Paese per creare occupazione stabile e benessere per le famiglie.