La conclusione della prima annualità del piano triennale finanziato dal ministero

Un cambiamento di rotta interessante per un settore che, comunque, genera occupazione. La nascita del nuovo governo è stata, infatti, accompagnata da due importanti segnali: l’adozione del nuovo nome del ministero dell’Agricoltura con l’aggiunta del riferimento alla Sovranità alimentare e la previsione di un nuovo ministero per il Mare e per il Sud. Tutto ciò accade, proprio mentre le federazioni di categoria della pesca di Cgil, Cisl, Uil e Ugl stanno organizzando in giro per l’Italia gli eventi conclusivi legati al piano triennale per la pesca e l’acquacoltura. Ad oggi, il settore della pesca, nonostante le tante difficoltà, occupa almeno 25mila addetti in maniera professionale e stabile. Una forza lavoro che, però, deve fare i conti pure con la progressiva erosione del reddito, causata sia da fattori interni, si pensi alla riduzione del pescato, sia a fattori esterni, ad iniziare dall’aumento dei costi energetici, soltanto in minima parte compensati con contributi e credito d’imposta. Al netto della partita molto importante della sostenibilità e dell’informazione, aspetti di sistema sui quali si è concentrata in particolare la federazione di categoria della Ugl, la questione del sostegno al reddito rimane centrale, alla luce dei ritardi che si stanno registrando sul versante dell’estensione della cassa integrazione ordinaria sul modello vigente in agricoltura anche al settore della pesca.