Giorgia Meloni in Parlamento per chiedere (e ottenere) la fiducia. «Siamo nel pieno di una tempesta», «sento gravare sulle mie spalle, oggi, il fatto di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione»

Siamo «nel pieno di una tempesta» e anche per questo sono stati settanta i minuti che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha impiegato per illustrare alla Camera il suo discorso programmatico, fitto di impegni e di parole irrevocabili, illustrando i tanti punti salienti di un programma che guarda molto avanti (vogliamo «essere maggioranza parlamentare e compagine di governo. Per 5 anni») -, ma anche presentando sé stessa. Giorgia Meloni, così, ci ha voluto mettere la faccia e quindi peseranno su di lei, prima di tutto, oneri e onori. Ha infatti avvisato: «Non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti. Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, per semplificare, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici». La priorità del governo «deve essere mettere un argine al caro energia e accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale». Serve poi «un nuovo patto fiscale, che poggerà su tre pilastri: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie, introduzione della tassa piatta sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente, tregua fiscale», insieme alla lotta alla «vera evasione». «Dobbiamo riuscire a porre fine a quella beffa per cui il Sud esporta manodopera, intelligenze e capitali che sono invece fondamentali proprio in quelle regioni dalle quali vanno via». A quelli in Italia e all’estero che agitano continuamente lo spauracchio di un debito al 145% del Pil, ha risposto che «la strada per ridurre il debito non è la cieca austerità imposta negli anni passati», ma «la crescita economica, duratura e strutturale», aprendosi agli investimenti stranieri, purché portino «sviluppo, occupazione e know-how in una logica di benefici reciproci». «Sarà necessario mantenere e rafforzare le misure nazionali a supporto di famiglie e imprese, sia sul versante delle bollette sia su quello del carburante». «È indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie, partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit e dal potenziamento del welfare aziendale. Allo stesso tempo dobbiamo riuscire ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’IVA ridotta al 5%. Misure concrete, che dettaglieremo nella prossima legge di bilancio». «Lavoreremo sodo per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita», «incentivare in ogni modo l’occupazione femminile», premiando le aziende e sostenendo i Comuni «per garantire asili nido gratuiti».
Infine, una promessa: «A volte riusciremo, a volte falliremo, ma state certi che non ci arrenderemo,
non indietreggeremo, e non tradiremo le speranze che in noi sono state riposte».