Il leader della Lega promette che il centrodestra realizzerà il suo programma, dallo stop alla Fornero, alla pace fiscale, passando per la difesa dei confini

«La sinistra e i suoi giornali si rassegnino: con Giorgia e Silvio passeremo dalle parole ai fatti con buonsenso, fiducia e determinazione». Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Matteo Salvini, nel giorno in cui il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è presentato alla Camera – domani, al Senato – per chiedere la fiducia. Stop alla Fornero, pace fiscale, Flat Tax, Ponte sullo Stretto, difesa dei confini e contrasto al traffico di esseri umani sono tra gli obiettivi elencati da Salvini. Che oggi non è stato l’unico esponente del centrodestra ha ribadire il massimo impegno: «L’intervento alla Camera della presidente Consiglio, Giorgia Meloni, ha reso ancora più evidente la determinazione con cui il centrodestra intende affrontare questa responsabilità di governo, a partire dalle risposte necessarie ad affrontare le emergenze che investono le famiglie, le imprese e l’intero paese», ha scritto in una nota la capogruppo al Senato di Forza Italia, Licia Ronzulli.
Il discorso programmatico del premier è stata (ovviamente) la notizia principale – si veda il Primo Piano – della giornata politica. E come tale è stata (ampiamente) commentata, anche dagli esponenti delle forze politiche che si ritrovano all’opposizione. «Oltre un’ora di vuota retorica, condita da tanti slogan demagogici e i soliti richiami culturali della destra. I cittadini però non hanno ascoltato una sola parola su soluzioni per carobollette e crisi energetica», ha scritto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in un post su Twitter. Questo invece il commento del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: «Abbiamo ascoltato, come in campagna elettorale, una rassegna e denuncia dei problemi, senza soluzioni. Un comizio di un capo della destra. Dai, tocca a noi, c’è molto da fare, uniti e proponendo un’altra Italia». Di «retorica» ha parlato anche il leader di Azione, Carlo Calenda: «Una infinita lista della spesa condita con quintali di retorica ma nessuna traccia sul “come” fare le cose. Nessuna scelta o idea di paese. È tutto un “ma anche”. Sembrava un intervento di Conte, altro che rivoluzione sovranista. Una noia mortale. Altro che allarme democratico, qui c’è un concreto rischio di galleggiamento».