Mercoledì tocca al Senato. Meloni: «Dobbiamo essere uniti per affrontare le emergenze che il Paese ha davanti»

«Dobbiamo essere uniti per affrontare le emergenze che il Paese ha davanti». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo ieri in occasione del primo consiglio dei ministri del nuovo governo (in giornata la cerimonia con il passaggio della campanella con l’ex premier Mario Draghi; in serata un incontro informale con il presidente francese, Emmanuel Macron, in visita a Roma). Prima, però, l’iter prevede ancora alcuni step, gli ultimi passaggi istituzionali e procedurali per l’avvio ordinario dell’attività dell’esecutivo e del Parlamento. Domani il premier è atteso alla Camera dei deputati per il voto di fiducia. Alle 11, secondo quanto deciso dalla Conferenza dei capigruppo di Palazzo Montecitorio, Meloni interverrà in Aula per le dichiarazioni programmatiche. Dopo una breve pausa, per permettere al presidente del Consiglio di recarsi in Senato, inizierà la discussione generale, dalle 13 alle 17. Al termine della replica del premier, toccherà alle dichiarazioni di voto, dalle 17:30 fino alle 19, quando avrà inizio la “chiama” per la fiducia. L’esito del voto atteso per le 20:30 circa. Dopodomani sarà il turno del Senato. Una volta incassata la fiducia – una formalità: non dovrebbero esserci sorprese –, a seguire ci saranno le nomine dei vice ministri e dei sottosegretari e la convocazione delle commissioni. Diversi i dossier aperti sul tavolo dell’esecutivo – integrazione della Nadef e il Dpb con il quadro programmatico –, entrato in carica in una fase delicata per il Paese, con l’impatto economico della guerra scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina che sta mettendo in difficoltà famiglie e imprese e italiane. C’è poi la legge di bilancio da approvare entro dicembre e il rispetto delle scadenze per ricevere i fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A stretto giro Meloni, che in queste ore sta ricevendo messaggi dai leader di mezzo mondo, incontrerà la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con la quale ha già avuto «un colloquio telefonico». Il faccia-a-faccia «non sarà questa settimana», ha anticipato Eric Mamer, portavoce dell’esecutivo Ue, a causa dei precedenti impegni di von der Leyen, impegnata in un tour nei Balcani che la porterà in Serbia, Bosnia, Albania, Macedonia del Nord, Kosovo e Montenegro.