Economia non osservata in calo. Secondo l’Istat, nel 2020 scendono sia il sommerso che le attività illegali

Il Covid-19 avrebbe inciso anche sulla cosiddetta economia non osservata, vale a dire la somma fra l’economia sommersa e le attività più propriamente illegali. In questi giorni, l’Istat ha pubblicato il suo rapporto periodico che fotografia, in questa edizione, il periodo che va dal 2017 al 2020. Nel primo anno della pandemia, il valore dell’economia non osservata si è attestato, secondo l’Istituto di statistica, a 174,6 miliardi di euro, sempre numeri altissimi, ma comunque in forte flessione rispetto al 2019. Il calo è di quasi 30 miliardi di euro. In questo scenario, l’economia sommersa pesa per 157,4 miliardi di euro, mentre le attività illegali superano i 17 miliardi di euro. L’economia sommersa, spiega l’Istat, si forma attraverso comunicazioni volutamente errate del fatturato e/o dei costi; essa è generata anche con l’utilizzo di lavoro irregolare. Rientrano sempre nell’economia sommersa gli affitti in nero e le mance, più altre voci derivanti da dinamiche diverse fra l’offerta e la domanda. L’economia illegale rimanda alle attività di produzione di beni e servizi la cui vendita, distribuzione o possesso sono proibite dalla legge, come per gli stupefacenti e la prostituzione; in altri casi, ad essere illegali sono i canali di vendita dei prodotti, come ad esempio il contrabbando di sigarette. Rispetto al 2019, in termini percentuali la flessione è stata del 14,1%, quasi il doppio rispetto al prodotto interno lordo, che è sceso del 7,6%. Guardando al Pil, l’incidenza è scesa dall’11,3% al 10,5%.