di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Tante “prime volte” in un giorno solo, tante novità con la nascita del governo che si appresta ad entrare in carica, a trazione Fratelli d’Italia e con premier Giorgia Meloni. La prima donna Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica, il primo governo guidato dalla destra-destra, nella fattispecie da Fdi, nell’ambito di quella coalizione che finora era stata sempre rappresentata, a Palazzo Chigi, da Silvio Berlusconi, il primo governo nato dalle urne dopo la crisi del 2011. Una “giornata storica”, quindi, come titola il oggi il nostro quotidiano. Per l’Italia e, bisogna dirlo, anche per la destra, che nell’arco di trent’anni è passata, attraverso profonde trasformazioni interne e cambiamenti del contesto esterno, dall’essere un elemento, seppur presente in Parlamento, di fatto estraneo alle Istituzioni, a guidare a pieno titolo la Nazione. Un momento emozionante per l’intera comunità umana della destra italiana. Una comunità consistente, che va anche oltre chi si identifica strettamente nella Meloni e nel suo partito. Una comunità che ha vissuto quella odierna come una giornata di riscatto. Ma, a ben vedere, questo è solo l’inizio. Oggi non termina, ma, al contrario, inizia la grande sfida per la destra al governo, per tutte le componenti della coalizione, che ora dovranno dimostrare di essere davvero capaci di affrontare e risolvere i problemi che affliggono l’Italia in questo momento difficilissimo. Attraverso fatti concreti, misure in grado di incidere positivamente sulla vita dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese, sul futuro della nostra società. Ma anche mediante un nuovo modus operandi, di cui c’è particolare bisogno. Ovvero un approccio da un lato serio, prudente e responsabile per garantire stabilità, ma dall’altro in grado di avere visione e di mettere in atto un cambiamento profondo, nel segno chiaramente indicato dagli italiani nelle urne. Una sfida non certo facile, un equilibrio tutto da trovare. Un posizionamento nei consessi internazionali né distruttivo né supino, che difenda concretamente gli interessi nazionali. Un progetto per la ripresa e lo sviluppo economico e sociale realizzabile, ma anche capace di determinare una svolta significativa in un Paese per troppo tempo vittima di idee penalizzanti sia dal punto di vista economico che sociale, che non hanno reso possibile affrontare la globalizzazione in modo adeguato e che ora, di fronte a pandemia prima e guerra poi, hanno mostrato platealmente la propria inadeguatezza. Dalle politiche infrastrutturali a quelle industriali, dal lavoro al fisco, al welfare e così via, fino alla questione energetica, ora prioritaria. Sfide da far “tremare i polsi”, specie con una stampa, nella maggior parte dei casi, non certo amica, a valutare ogni mossa. Ma da cogliere nel modo migliore perché in gioco c’è ben più del futuro della destra: c’è il futuro dell’Italia.