Dal centrodestra, che si presenterà unito, trapela ottimismo: «Fiducia? Possibile ci sia martedì», ha detto il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida

Al Colle è tutto pronto per le consultazioni. Che inizieranno domani – in serata prevista la pubblicazione del calendario –, dopo che oggi sono state sbrigate le ultime faccende previste dall’iter parlamentare, con l’elezione dei vice-presidenti di Camera e Senato, dei segretari e dei questori. Nella coalizione di centrodestra, che si presenterà unita al Quirinale, c’è ottimismo: pur non alimentando le indiscrezioni sulla squadra di governo – «Si potrà dire a che punto è il governo solo quando il presidente Mattarella lo avrà incaricato dopo le consultazioni» –, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, ha anticipato che la fiducia potrebbe arrivare a strettissimo giro: «Possibile ci sia martedì». «Se dovessimo avere un governo entro la settimana prossima sarà uno di quelli realizzati in maniera più rapida, rispetto a quelli degli ultimi anni. Sarà un buon risultato e in linea con quello che hanno scelto gli italiani», ha aggiunto all’entrata di Palazzo Montecitorio. Il centrodestra si prepara a governare il Paese – la promessa è che lo farà con «una squadra», prendendo in prestito le parole dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, «di livello» –, in piena sintonia. Le tensioni dei giorni scorsi sono scemate, anche grazie al faccia-a-faccia di lunedì tra Meloni e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che oggi ha incontrato Carlo Nordio, il deputato di FdI in pole per il ministero della Giustizia (l’ex premier vorrebbe assegnare l’incarico a Elisabetta Casellati): «Non c’è nulla da chiarire con Fratelli d’Italia, il rapporto consolidato all’interno di un’alleanza solida che ci ha visto vincere le elezioni tutti insieme. Alcune incomprensioni questa fase sono fisiologiche», ha detto la capogruppo di Forza Italia, Licia Ronzulli, al Giornale. Intanto si sta consumando l’ennesimo scontro tra i partiti che compongono l’opposizione. Al centro della contesa, questa volta, ci sono le quattro vice-presidenze che spettano ai partiti d’opposizione, nessuna delle quali è stata assegnata al Terzo Polo: «Pd e M5s ormai sono una coppia di fatto. Ci hanno escluso dalle vicepresidenze, violando una regola del Parlamento che vuole che tutte le opposizioni siano rappresentate. Bene, noi non saremo in Aula e andremo dal Presidente della Repubblica», ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi.