Gas in «caduta libera» grazie all’arrivo di un price cap. Dinamico e temporaneo. Olanda e Germania «continuano a esprimere perplessità»

I prezzi del gas, in Europa, sono in picchiata e tornati ai livelli di giugno. Qualcuno sostiene che anche il clima mite ci ha messo lo zampino, ma ciò che davvero ha fatto la differenza sono le nuove misure che l’Unione europea ha intenzione di introdurre per affrontare i prezzi elevati dell’energia e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento. È bastato ieri l’annuncio o, meglio, un’indiscrezione sul contenuto della bozza di regolamento, che il Consiglio europeo con tutta probabilità avrebbe approvato e che avrebbe fatto parte del nuovo pacchetto di misure contro il caro energia presentato oggi dalla Commissione europea, contenente la proposta di un price cap dinamico al prezzo del gas scambiato al Ttf, la piattaforma o, meglio, il mercato europeo di riferimento, quello di Amsterdam. Price cap applicato, come misura di emergenza, quindi temporaneo, per un periodo di 3 mesi e solo in ultima istanza, «per evitare un’eccessiva volatilità dei prezzi e prevenire picchi estremi sul mercato dei derivati energetici». Non solo, l’esecutivo europeo propone di sviluppare un nuovo indice di prezzo complementare per il Gnl, alternativo rispetto al Ttf di Amsterdam. L’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione tra i regolatori energetici (Acer) sarà incaricata anche di raccogliere le informazioni necessarie per creare questo nuovo benchmark entro la fine del 2022; l’indice dovrebbe essere disponibile in tempo per la prossima stagione di riempimento degli stoccaggi all’inizio del 2023.
Nonostante l’incoraggiante andamento del prezzo del gas, che è rimasto tale anche oggi, Olanda e Germania hanno «continuato a esprimere perplessità» rispetto all’introduzione del price cap dinamico al gas. Secondo i due Paesi, il pacchetto presentato dalla Commissione va analizzato «nel suo complesso» perché ogni componente ha un effetto sull’altra. In sostanza, “i due”, quando si tratta di scelte europee, continuano a fingere che il mercato non sia già soggetto a forti pressioni e speculazioni, che non sia influenzato da una guerra in corso e che a rimetterci siano i cittadini, le famiglie, grandi o piccole che siano. Mentre quando si tratta di politica interna, gli stessi Paesi varano piani straordinari per sostenere le loro economie e la loro cittadinanza, scegliendo ciascuno una propria strada, proprie misure (dal salario minimo, ad esempio, all’Iva) e anche investendo ingenti risorse.