Sale l’inflazione: a settembre +8,9% su base annua. Per le famiglie più povere è all’11,6%. A Napoli si avvicina al 9%. A Bolzano vola al 10,8%. Per l’elettricità +31,5%. Rincari per alimentari e ristorazione

A settembre, l’Istat stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua (+8,4% nel mese precedente), confermando la stima preliminare. L’ulteriore accelerazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei beni alimentari (da +10,1% di agosto a +11,4%) sia lavorati (da 10,4 a 11,4%) sia non lavorati (da 9,8 a 11,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da 4,6 a 5,7%). All’accelerazione contribuiscono anche i prezzi dei beni non durevoli (da 3,8 a 4,6%) e dei beni semidurevoli (da 2,3 a 2,8%). Crescono rallentando ma di poco, i prezzi dei beni energetici (da 44,9 di agosto a 44,5%) sia regolamentati (da 47,9 a 47,7%) sia non regolamentati (da 41, a 41,2%). Decelerano i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da 8,4 a 7,2%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da 4,4 a 5,0% e quella al netto dei soli beni energetici da 5,0 a 5,5%. Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da 11,8 a 12,5%), stabile la crescita di quelli dei servizi (da 3,8 a 3,9%). Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,6% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e del 9,4% su base annua (da +9,1% di agosto); la stima preliminare era +9,5%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,6% su base annua. Nel terzo trimestre 2022 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’IPCA, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (11,6% e 7,6% rispettivamente). Perché? Le famiglie con minore capacità di spesa concentrano in misura maggiore i loro acquisti sui prodotti energetici e alimentari, di cui non si può a fare a meno e che hanno prezzi più volatili, mentre i servizi pesano maggiormente sul bilancio di quelle con maggiore capacità di spesa. L’inflazione è in accelerazione per tutti i gruppi di famiglie, ma con percentuali notevolmente diverse. Inoltre, le famiglie con minori capacità di spesa hanno una propensione al consumo più alta rispetto alle famiglie con maggiore capacità di spesa; quindi, hanno anche una minore propensione al risparmio.