Incontro oggi in via della Scrofa tra la leader di Fratelli d’Italia e quello di Forza Italia

Incontro tra la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e il quello di Forza Italia, Silvio Berlusconi. I due si sono visti oggi nella sede di FdI, in via della Scrofa, a Roma, alla vigilia dell’elezione dei capigruppo parlamentari, un altro importante step di avvicinamento all’insediamento del nuovo governo. Dopodiché infatti inizieranno le consultazioni al Quirinale con il presidente della Repubblica – una data probabile è il 20 ottobre –, alle quali il centrodestra si presenterà unito, sconfessando così le indiscrezioni che ipotizzavano uno scenario diverso, con Forza Italia in solitaria al Colle. Il faccia-a-faccia tra Meloni e Berlusconi, utile per stemperare le recenti tensioni, è stato preceduto da contatti telefonici tra i due. Che, adesso, insieme agli alleati della Lega – il leader leghista Matteo Salvini ha espresso «ottimismo» in questo senso – troveranno la quadra sulla lista da presentare al capo dello Stato. «Si mettano l’anima in pace: siamo qui per risollevare la nostra Nazione», ha ribadito ieri Meloni, replicando agli attacchi provenienti dal centrosinistra dopo l’elezione a presidente di Camera e Senato di Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. «Sarà un percorso pieno di ostacoli, ma daremo il massimo. Senza mai arrenderci», ha assicurato, concludendo. Non c’è invece serenità tra le forze d’opposizione, che continuano a scambiarsi attacchi reciproci. Ad aizzare la polemica è il leader di Italia viva, Matteo Renzi: «Quelli che si stanno accordando con la maggioranza sono gli stessi che accusano noi di volere le poltrone. Io dico solo che gli accordi istituzionali devono garantire tutte le minoranze. Se Pd e Cinque Stelle ci tenessero fuori sarebbe un atto di gravità inaudita, atto che dovremmo immediatamente porre alla attenzione del Presidente della Repubblica». «Quella di Renzi è la solita falsificazione», ha replicato Francesco Boccia, intervenendo a SkyTg24. «Speriamo che Renzi si fermi qui perché sta dicendo cose false», ha aggiunto, osservando che «i regolamenti di Camera e Senato garantiscono a tutte le opposizioni la presenza negli uffici di presidenza». «Se con il 4,5% dei senatori il terzo polo pretende una vicepresidenza del Senato, che andrebbe a uno dei gruppi maggiori, converrà con me…», ha concluso.