Il Pnrr stenta a decollare. L’anno si chiuderà con investimenti per 21 miliardi delle risorse del Recovery fund

Sul punto, si è rischiato più di un incidente diplomatico nei giorni scorsi, anche perché l’affermazione della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, («Si sarebbe potuto fare meglio») è arrivata quasi in contemporanea con la presentazione da parte del premier uscente, Mario Draghi, della seconda relazione al Parlamento sullo stato di realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Così, dopo un primo momento di sbandamento, si è capito il senso della frase che non era riferita nello specifico al presidente del Consiglio uscente, ma più in generale. Andando però a leggere la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, l’affermazione della Meloni non è campata in aria. Anzi, trova una conferma diretta proprio nell’introduzione del ministero dell’Economia, Daniele Franco, il quale scrive: «L’ammontare delle risorse effettivamente spese per i progetti del Pnrr nel corso di quest’anno sarà inferiore alle proiezioni presentate nel Def per il ritardato avvio di alcuni progetti che riflette, oltre ai tempi di adattamento alle innovative procedure del Pnnr, gli effetti dell’impennata dei costi delle opere pubbliche». In pratica, sempre nella Nadef, si formulano alcune stime sulla spesa entro l’anno, che dovrebbe attestarsi intorno ai 21 miliardi di euro; mancano all’appello circa 170 miliardi di euro da spendere, rispetto alle risorse del Recovery fund che non coprono l’ammontare complessivo degli stanziamenti a disposizione che comprendono anche il ReactEu e il fondo complementare nazionale.