L’export tiene con il saldo commerciale in positivo se non consideriamo gas ed elettricità

Un dato su tutti conferma l’enorme impatto che la crisi energetica sta avendo sul nostro Paese. Il saldo energetico in Italia ha registrato un deficit di 60 miliardi di euro nei primi sette mesi dell’anno, un valore tre volte superiore rispetto al 2021. Considerando che nei due mesi successivi la situazione è andata peggiorando, è di tutta evidenza quanto grave sia il contesto in cui sono chiamate a muoversi imprese e famiglie. Per avere un quadro più chiaro è comunque utile registrare un secondo elemento: sono quasi dieci anni che l’Italia ha una bilancia commerciale in attivo, vale a dire le esportazioni superano le importazioni. Ciò è accaduto anche da gennaio a luglio di quest’anno, con il saldo in territorio positivo per oltre 46 miliardi al netto dell’energia. Per cui, a conti fatti, la situazione è critica, ma l’impatto è molto diverso con le famiglie che stanno accusando il colpo maggiore, accomunate in questo da una parte delle imprese, ad iniziare da quelle fortemente energivore e da quelle poco indirizzate verso l’export. Occorre, altresì, evidenziare una cosa, detta fra le righe della Nadef: l’impennata dei costi energetici e, più in generale, dell’inflazione ha favorito le entrate dello Stato sotto forma di Iva ed accise, tanto è vero che il governo ha potuto contare su di un importante extragettito rispetto alle previsioni che avevano portato alla definizione dei contenuti della legge di bilancio. L’esecutivo quantifica in quasi 57 miliardi di euro gli interventi messi in campo per mitigare l’aumento del costo dell’energia. Sono due gli elementi interessanti: dei 57 miliardi, soltanto 3,8 derivano dalla legge di bilancio, a conferma di una situazione che è esplosa in tutta la sua intensità solamente a 2022 avviato; gli stanziamenti sono arrivati senza modificare l’obiettivo programmatico di indebitamento netto della Pubblica amministrazione, conferma indiretta di quanto le casse pubbliche stiano beneficiando di questa particolare congiuntura economica.