L’analisi ISTAT. Rispetto al 2019 è scesa di 30 miliardi di euro

È sceso di quasi trenta miliardi di euro il valore dell’economia non osservata tra il 2019 ed il 2020, scendendo a 174,6 miliardi di euro (-14,1%). A influire sull’andamento è stato l’impatto della crisi pandemica, durante la quale è scesa sia l’economia sommersa che quella illegale, entrambe componenti dell’economia non osservata, che pesano per il 10,5% sul PIL (in calo dall’11,3% dell’anno precedente). Entrando nel dettaglio, le principali componenti dell’economia sommersa, spiega l’Istituto nazionale di statistica, «sono costituite dal valore aggiunto occultato tramite comunicazioni volutamente errate del fatturato e/o dei costi (sotto-dichiarazione del valore aggiunto) o generato mediante l’utilizzo di lavoro irregolare. Ad esso si aggiunge il valore dei fitti in nero, delle mance e una quota che emerge dalla riconciliazione fra le stime degli aggregati dell’offerta e della domanda» per un totale di 157 miliardi di euro. Nell’economia illegale, invece, rientrano sia quelle attività di beni e servizi la cui vendita è proibita dalla legge o venduti da operatori non autorizzati. Nel complesso, il valore stimato dell’economia illegale, in cui rientra il commercio di sostanze stupefacenti, la prostituzione e il contrabbando di sigarette, è pari a 17 miliardi di euro. Da sottolineare la diminuzione del lavoro irregolare nel corso del periodo considerato dall’indagine: secondo l’analisi risulta inferiore alle tre milioni di unità per la prima volta dal 1995. L’occupazione irregolare, secondo le stime è scesa del 18,4% rispetto al 2019, contro il -9,9% riportato da quella regolare.