Al Senato già eletto presidente Ignazio La Russa. Domani toccherà alla Camera. Meloni: «Maggioranza è sempre compatta e lavora per andare sempre più veloce». Salvini: «Complimenti al presidente del Senato Ignazio La Russa»

È iniziata oggi ufficialmente la XIX legislatura. «Tutto procede bene, state tranquilli. Faremo velocemente», queste le parole della presidente FdI, Giorgia Meloni, appena giunta a Montecitorio stamattina. Al massimo entro sabato, più probabilmente domani, venerdì 14, – salvo imprevisti – sapremo i nomi di entrambi i nuovi presidenti dei due rami del Parlamento. Già all’ora di pranzo, è stato eletto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, con 116 voti (104 i voti necessari, 65 le schede bianche, 2 voti per Liliana Segre e 2 per Roberto Calderoli), ottenendo non solo quelli del centrodestra, che ha 115 voti al Senato, al netto delle defezioni di Forza Italia: a La Russa sono arrivati 14 voti fuori dal perimetro del centrodestra, ma non dal Terzo Polo. Quasi tutte le incertezze che, ieri sera fino a tarda notte, aleggiavano intorno alla figura dei presidenti dei due rami del Parlamento sembravano essersi diradate stamattina, quando, entrando in Senato, Roberto Calderoli, l’esponente della Lega in corsa per la carica, ha dichiarato ai giornalisti: «Nell’interesse del Paese faccio volentieri un passo indietro», spiegando che per la presidenza «c’è l’accordo sul nome di La Russa». Ma non c’era ancora l’accordo sul Governo con Forza Italia. Al gesto nobile della Lega, rivendicato anche dal leader Matteo Salvini, La Russa ha risposto sottolineando la «grande generosità di Calderoli che forse come me o più di me poteva fare» il presidente del Senato e «avere titoli per farlo». Sulla presidenza della Camera è stata la stessa leader di FdI, Giorgia Meloni, a dichiarare di voler «puntare a chiudere velocemente», rispondendo sull’indicazione di Riccardo Molinari (Lega) alla presidenza di Montecitorio. L’altra novità è che ad occupare gli scranni dei due emicicli sono da oggi 345 deputati e senatori in meno, conseguenza della riforma costituzionale che ha tagliato il numero degli eletti: da 630 a 400 a Montecitorio, da 315 a 200 a palazzo Madama. Alle 10 è iniziata la seduta alla Camera, presieduta da Ettore Rosato, vicepresidente uscente più anziano. Alle 10.30 quella del Senato che avrebbe dovuto presiedere Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, sostituito alla guida dei lavori dalla senatrice a vita Liliana Segre (92 anni), che ha dato avvio alla XIX legislatura con il discorso più intenso con tanto di standing ovation. Il comportamento di Forza Italia e in particolare del leader Silvio Berlusconi, che non aveva risposto alla chiama, ma che poi invece ha votato alla fine, e di alcuni parlamentari azzurri che, pur presenti numerosi in Aula, hanno continuato a non rispondere sia alla prima sia alla seconda chiama, si spiega come messaggio diretto alla leader del futuro Governo per il suo diniego ad un ministero di rilevo per la parlamentare Licia Ronzulli, senatrice fedelissima del Cavaliere.