Era previsto un +8,1%. Reazione negativa dai mercati

Dopo una mattinata all’insegna della crescita, una volta reso noto il dato sull’inflazione statunitense le principali piazze finanziarie europee hanno invertito la rotta, passando in territorio negativo. Nel dettaglio l’indice dei prezzi al consumo USA è salito su base annua dell’8,2%, rallentando rispetto al +8,5% del mese precedente, ma riportando un dato superiore alle attese, che indicavano un +8,1%. Su base mensile la crescita è stata dello 0,4%, oltre il +0,2% atteso. Accelera anche l’inflazione di fondo (al netto di beni energetici e alimentari), passando al 6,5% dal 6,3%. Si fa quindi più vicino il nuovo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve: la governatrice della FED, Michelle Bowman, ha infatti dichiarato spiegato che se non si verificheranno «segnali di riduzione dell’inflazione, il mio punto di vista continuerà a essere quello di un aumento consistente del rialzo dei tassi ma se l’inflazione inizierà a raffreddarsi credo sarebbe opportuno un ritmo più lento dei rialzi». Ed è ciò che si legge anche nei verbali dell’ultimo meeting del consiglio direttivo della banca centrale americana, nei quali si spiega che una volta raggiunto un livello di politica monetaria sufficientemente restrittivo «sarebbe probabilmente opportuno mantenerlo per qualche tempo fino a quando non ci saranno prove convincenti che l’inflazione sarebbe tornata all’obiettivo del 2%», valutando quindi gli effetti degli aggiustamenti messi punto negli ultimi mesi «sull’attività economica e sull’inflazione».