Intesa Sanpaolo e sindacati in trattativa per la settimana corta. Il «4 day week gobal» nasce in Inghilterra e ha incontrato fortuna negli Usa, in Australia, Nuova Zelanda, Spagna. E adesso, forse, anche in Italia
Il mondo del lavoro guarda con grande interesse alla trattativa in corso tra Intesa Sanpaolo e i sindacati e al risultato che uscirà fuori domani, mercoledì. L’Istituto sta studiando insieme ai sindacati la settimana di lavoro di 4 giorni. Quindi un giorno di risposo in più, strutturale e a parità di stipendio. Intesa San Paolo è la prima banca del Paese, con oltre 74mila lavoratori in Italia e 96mila a livello globale, e potrebbe diventare l’apripista di un nuovo modello di lavoro. La settimana corta si trova al centro di una più ampia trattativa con i sindacati sulla flessibilità, che si dipana in vari capitoli, dall’orario di lavoro fino allo smart working, restando comunque all’interno del contratto collettivo nazionale di lavoro Abi. Il riferimento, in particolare, sta nell’articolo 104 sull’orario settimanale di lavoro e la sua articolazione, che già prevede la settimana corta di quattro giorni e orario da 37,5 a 36 ore.
La proposta di Intesa Sanpaolo alle organizzazioni sindacali (Fabi, Fisac Cgil, First Cisl, Uilca e UnisinI) è la seguente: a parità di stipendio, articolare l’orario di lavoro in 4 giorni alla settimana per 9 ore al giorno. Il giorno “libero” in più potrebbe essere volontario con possibilità di variare le giornate lavorate nel corso della settimana, dal lunedì al venerdì, d’intesa con il proprio responsabile. L’autorizzazione deve essere compatibile con le esigenze tecniche, organizzative e produttive aziendali. Le richieste possono ricevere risposta positiva o negativa entro la fine del terzo mese successivo alla domanda.
C’è anche qualche ombra in questo quadro positivo: la proposta della settimana corta non può essere applicata a tutti i lavoratori, ma solo a quelli che lavorano negli uffici. Un paletto, tuttavia, che le sigle sindacali intendono superare, perché tutti i lavoratori devono avere la medesima possibilità di poter contare su una flessibilità organizzativa e di trovare il loro giusto bilanciamento tra lavoro e tempo di vita. L’idea del «4 day week global» nasce nel Regno Unito su iniziativa di Andrew Barnes e Charlotte Lockhart, ha incontrato miglior fortuna negli Usa, in Australia, Nuova Zelanda, in Spagna e meno in Italia, dove è stato spinto politicamente dal M5s.
Anche se l’Italia è un Paese che ha come problema fondamentale quello di incrementare la produttività e di certo non quello di diminuire le ore di lavoro, sarà difficile ignorare il passo molto importante nella direzione della settimana corta che sta compiendo la prima banca italiana.