Intanto Conte promette un’opposizione «intransigente» mentre Calenda ne esclude una «unitaria» che raccolga Pd, M5s e Azione-Italia viva: «Non c’è nessun fronte comune, neanche interno al Pd»

«Siamo consapevoli del risultato che abbiamo ottenuto e sentiamo la responsabilità di dover affrontare un’importante sfida nella condizione più difficile nella quale l’Italia potesse trovarsi. Pronti a riscrivere le sorti della Nazione con un Governo forte, unito e autorevole». Così su Twitter la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ad un paio di giorni dalla prima seduta di Camera e Senato – ieri i parlamentari hanno sbrigato le questioni amministrative (foto, creazione email istituzionale…) –, il primo step di un processo che si concluderà con l’insediamento del nuovo governo, che in queste ore sta prendendo forma: al momento, circolano soltanto indiscrezioni sulla lista con i nomi dei ministri che saranno presentati al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Niente di ufficiale. I partiti di centrodestra (FdI, Forza Italia, Lega, Noi moderati) sono al lavoro per trovare la quadra (oggi il leader della Lega, Matteo Salvini, ha incontrato alla Camera i vice-segretari Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana, il capogruppo Riccardo Molinari ed Edoardo Rixi. La formazione del nuovo governo, il caro bollette e i cantieri da sbloccare, i temi al centro dell’incontro). Il resto delle forze politiche, uscite sconfitte dalle elezioni, si stanno invece riorganizzando in vista di una legislatura che le vedrà all’opposizione. «Al governo e alle forze di maggioranza non faremo sconti. Saremo duri. Saremo intransigenti perché l’intransigenza è nel nostro Dna», ha promesso oggi il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ai suoi primi giorni da deputato, parlando ai parlamentari del M5s. «Non è una proposta vera, è falsa. Tra le opposizioni non c’è nessun fronte comune», ha detto invece il leader di Azione, Carlo Calenda, replicando, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, alla richiesta di Enrico Letta, ormai prossimo a lasciare l’incarico di segretario del Partito democratico, di un un’opposizione unitaria. «Non c’è nessun fronte comune, neanche interno al Pd», ha osservato Calenda, ricordando che una porzione del Pd «sta già con Conte». Intanto ieri c’è stato l’ultimo Consiglio dei ministri presieduto dal premier Mario Draghi, durante il quale è stato approvato il documento programmatico di Bilancio. «I governi passano ma l’Italia resta», ha sottolineato Draghi, chiedendo una transizione ordinata.