di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Le parti sociali hanno la possibilità di incidere in maniera puntuale e decisiva sul percorso che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi mesi, individuando dei percorsi condivisi in favore dei lavoratori e degli imprenditori. La formazione è centrale

In queste settimane, prima e dopo la tornata elettorale, Ugl e FederTerziario, le parti che insieme hanno dato vita a FondItalia, hanno insistito sulla centralità della formazione. Al governo uscente e a quello che a breve entrerà a Palazzo Chigi e nelle altre sedi romane, si è chiesto di puntare sulla riqualificazione professionale del personale già in servizio e sulla preparazione delle giovani generazioni. Un appello che vale da tempo, è sufficiente ricordare come il tema fosse presente già nel Protocollo sulla politica dei redditi del 1993, ma che oggi assume una valenza, se possibile, ancora maggiore, viste le sfide che abbiamo davanti. Pure ammettendo, ed è oggettivamente difficile, che da qui a poche settimane il Covid-19 e la guerra in Ucraina siano un brutto ricordo, rimane in piedi l’altra grande emergenza, quella climatica che porta con sé tutta la partita relativa alla transizione energetica, ambientale e digitale. Tutti siamo consapevoli che il mondo produttivo, per come lo abbiamo conosciuto negli ultimi due secoli e mezzo, è destinato a cambiare velocemente e in maniera irreversibile; occorre, però, che tale cambiamento sia accompagnato per evitare le altrettanto drammatiche ricadute sociali e occupazionali. Nel frattempo, mentre si parla di Piano nazionale di ripresa e resilienza e di Fondo nuove competenze, la contrattazione collettiva sul territorio e in azienda torna centrale e, con essa, tutta la grande partita della bilateralità e il costante e continuo richiamo alla partecipazione. Ci aspettano mesi difficili, ma anche straordinariamente entusiasmanti perché, mai come in questo momento, le parti sociali possono essere gli attori veri del cambiamento.