La ex ministra attacca Salvini, ma dimentica gli esodati e la disoccupazione giovanile

La forte polemica innescata dalle parole di Elsa Fornero, la quale, parlando di Matteo Salvini, si è augurata di non averlo come ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, rilanciano, ancora una volta, il tema urgente di un intervento in materia previdenziale. Al netto della risposta del leader della Lega, il dato di fatto è che proprio la riforma varata dall’allora ministra del governo Monti ha prodotto effetti diretti ed indiretti che ancora si riflettono sul mondo del lavoro e che ritornano prepotentemente di attualità. Con la fine della sperimentazione di Ape sociale e Quota 102 e con l’eventuale mancato rinnovo di Opzione donna, in tanti dovranno fare i conti con una maggiore permanenza a lavoro nell’ordine dei cinque anni rispetto alle norme in vigore fino al 31 dicembre. Non è un caso, quindi, che Cgil, Cisl, Uil e Ugl, già prima della fine anticipata della legislatura, erano andati in pressing sul governo per ottenere delle risposte immediate. Tornando alla riforma Fornero, la mancata valutazione di alcuni aspetti, come noto, generò il fenomeno degli esodati, che, nella terminologia ministeriale, assunsero il nome di salvaguardati. Un maggiore costo per le casse dello Stato ben superiore rispetto a Quota 100. L’aumento della disoccupazione giovanile, invece, è catalogabile come un effetto indiretto dell’innalzamento repentino dell’età pensionabile attuato con la Fornero.