Molte imprese spingono per il lavoro da casa per abbattere i costi energetici

Imprese in ordine sparso sull’impiego o meno dello smart working in questa fase. Al netto delle disposizioni di legge, che prorogano la possibilità per i lavoratori fragili e per i genitori con figli con meno di 14 anni di chiedere di essere impiegati in modalità agile fino al 31 dicembre prossimo, molte imprese stanno valutando l’ipotesi con l’arrivo dell’inverno di incentivare il lavoro da casa con l’obiettivo di ridurre i costi energetici. Allo stesso tempo, però, i sindacati registrano un aumento delle richieste dei lavoratori nel senso opposto, vale a dire quello di lavorare in azienda per risparmiare sulla bolletta di casa. Insomma, un corto circuito dal quale è difficile uscire fuori per un difetto di fondo della legge 81/2017, quella che ha istituito il lavoro agile in Italia. Come evidenziato a suo tempo dalla Ugl, la mancanza di un accordo collettivo espone a questi rischi che non si superano con il semplice richiamato all’accordo individuale. Nelle prossime settimane, si capirà quanto è destinato ad incidere questo fenomeno. Intanto, però, è opportuno ricordare che il decreto Aiuti bis prevede la possibilità per il datore di lavoro di riconoscere un bonus fino a 150 euro al mese per quattro mesi come parziale ristoro per i maggiori costi energetici. Un sostegno che rientra nel vasto capitolo del welfare aziendale e che riguarda sia i lavoratori da remoto che quelli che operano in presenza.