La leader di FdI replica così alle indiscrezioni che riferiscono la presenza di tecnici nel prossimo esecutivo. Sabato incontro con Berlusconi

Ho letto ricostruzioni abbastanza «surreali sulla stampa che poi vorrei anche commentare». Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, replicando a che le chiedeva se nel prossimo governo ci saranno molti tecnici. «Consiglio prudenza», ha aggiunto, prima di entrare a Palazzo Montecitorio, dove sta lavorando dalla scorsa settimana – obiettivo, non dichiarato: chiudere entro il 20 ottobre (tra 18 giorni si riunisce il Consiglio europeo) –, lontana dai riflettori. «In questi giorni ho scelto di limitare le uscite pubbliche per dedicarmi anima e corpo ad affrontare i dossier più urgenti», ha ammesso sabato, intervenendo dal Villaggio Coldiretti, allestito all’interno di parco Sempione, a Milano. Poco prima, il faccia-a-faccia con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, con il quale sono stati approfonditi «i dossier più urgenti all’ordine del giorno, a partire dal caro energia», hanno fatto sapere i due partiti in una nota congiunta, riferendo alcuni dettagli dell’incontro che «si è svolto in un clima di grande collaborazione e unità di intenti». Meloni e Berlusconi hanno condiviso «la necessità che l’Italia abbia bisogno di un governo di alto profilo». Obiettivi di breve e medio termine condivisi con la Lega, che insieme a Noi moderati completa la coalizione: «La Lega è impegnata per garantire all’Italia in tempi rapidi un governo di alto profilo e per affrontare l’emergenza bollette», ha fatto sapere il partito con una nota stampa. «Il caro energia è un problema che Matteo Salvini denuncia da mesi, e anche alla luce di quanto accade in Europa, sarà il prossimo esecutivo a dover intervenire rapidamente a tutela di famiglie e imprese», si legge ancora nel comunicato. «Il problema del Pd non sta nel nome o nel simbolo, ma nella capacità di rappresentare le persone e costruire un progetto coerente e credibile per gli obiettivi per cui è nato», ha detto invece il governatore della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in corsa per la segreteria dopo il passo indietro di Enrico Letta. «Anche la classe dirigente va rinnovata nella sostanza, non per slogan», ha aggiunto. Continua a lanciare frecciatine al Pd, il leader di Italia viva, Matteo Renzi: «A me del Pd non interessa», ha detto, intervenendo a “L’Aria che tira”, in onda su La7. «Ci sarà un governo che avrà due opposizioni: una riformista con noi e una populista con Conte e quel gruppo del Pd che ama Conte», ha concluso.