Gli stanziamenti servono a garantire i servizi essenziali, come i trasporti, la scuola e la sanità

Il caro energia sta impattando in maniera consistente anche sulla pubblica amministrazione, in particolare sugli enti locali e le regioni, chiamati a garantire una serie di servizi pubblici essenziali vitali per il cittadino e le imprese. In questo senso, vanno quindi visti i 200 milioni per gli enti locali, i quali, si ricorda, devono assicurare le migliori condizioni possibili nelle scuole. 1,4 miliardi, invece, sono destinati alle regioni attraverso un rafforzamento della dotazione del fondo per il fabbisogno sanitario standard nazionale. 100 milioni sono riservati al trasporto pubblico locale. Sempre in materia di trasporto, il fondo per l’erogazione del bonus di 60 euro in favore dei cittadini che intendono acquistare un abbonamento al Tpl è incrementato di 10 milioni di euro, mentre altri 100 milioni sono destinati al trasporto merci e al trasporto passeggeri. In questa parte del decreto Aiuti ter troviamo altre misure molto interessanti perché destinate a ridurre la dipendenza del nostro Paese dall’estero. In particolare, l’articolo 9 semplifica la procedura connessa alla messa in funzione dei rigassificatori, mentre per effetto dell’articolo 10 il ministero dell’Interno mette a disposizione degli spazi per la realizzazione di impianti di produzione di energia da rinnovabili, riconoscendo un eventuale contributo nell’ambito dei fondi del Pnrr. Da ultimo, l’articolo 16 riduce i tempi per la presentazione della documentazione di prevenzione incendi in caso di installazione di impianti di produzione di energia da rinnovabili.