Indennità una tantum di 150 euro riconosciuta a diverse categorie di lavoratori e pensionati

La parte del decreto Aiuti ter dedicata alle politiche sociali ricalca, nel complesso, quanto già adottato nei mesi scorsi. Se i precedenti governi Conte avevano motivato l’erogazione di bonus diretti per gli effetti del Covid-19, in questo caso si tratta di un contributo che nasce per dare un sollievo contro i maggiori costi energetici. L’articolo 18 prevede l’erogazione a novembre di una indennità una tantum di 150 euro per i lavoratori dipendenti con una retribuzione imponibile non superiore a 1.538 euro. L’erogazione è automatica, previa dichiarazione da parte del lavoratore di non percepire una delle altre indennità del successivo articolo 19. Quest’ultimo prevede il riconoscimento della medesima indennità di 150 euro a tutta una serie di soggetti: i pensionati; i lavoratori domestici; i percettori di Naspi, Dis-coll, disoccupazione agricola e reddito di cittadinanza; i titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa; i dottorandi e gli assegnisti di ricerca; i lavoratori dello sport; i lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti; i lavoratori dello spettacolo; lavoratori autonomi con e senza partita Iva. La norma prevede dei requisiti diversi, già evidenziati dal primo decreto Aiuti. Uno dei requisiti fa riferimento al reddito annuale, spesso fissato a 20mila euro, tranne che per gli addetti alle vendite a domicilio (5mila euro); un altro alle giornate minime di lavoro, almeno 50. Spesso è l’Inps ad erogare l’indennità, direttamente (come, ad esempio, per i pensionati) o a domanda (come per i cococo), anche se per i lavoratori dello sport spetta a Sport e salute spa. L’indennità spetta ai nuclei percettori del reddito di cittadinanza, a patto che nessun componente percepisca la medesima indennità sotto altra forma, cosa che esclude i nuclei con un pensionato o con lavoratori stagionali. Nel caso dei lavoratori autonomi con partita Iva il riferimento è all’articolo 20: in questo caso, si agisce incrementando l’indennità già prevista con i precedenti decreti urgenti.