Al Cremlino la cerimonia di annessione dei territori ucraini del Donbass: «Saranno per sempre nostri, è la volontà di milioni di persone»

«La gente ha fatto la sua scelta con i referendum in Ucraina, è la volontà di milioni di persone. Ora ci sono quattro nuove regioni in Russia, i loro abitanti diventeranno per sempre cittadini russi. Difenderemo la nostra terra con tutti i mezzi a disposizione». E ancora: «Voglio che mi sentano a Kiev, che mi sentano in Occidente: le persone che vivono nel Lugansk, nel Donetsk, a Kherson e Zaporizhzhia diventano nostri cittadini per sempre». Con queste parole il presidente russo Vladimir Putin ha introdotto la cerimonia di annessione delle regioni del Donbass alla Federazione, dopo i referendum dei giorni scorsi. Putin ha tenuto il discorso al Cremlino, davanti ad una platea di autorità russe, subito dopo la firma degli accordi con i capi delle quattro nuove entità. All’inizio dell’intervento, il presidente russo ha anche chiesto un minuto di silenzio per i caduti in Ucraina, definiti «eroi morti per la Grande Russia». «L’amore per la Russia è un sentimento indistruttibile. Ecco perché anche i giovani nati dopo la tragedia della caduta dell’Unione Sovietica hanno votato», ha poi aggiunto. Putin ha anche parlato di ripresa dei negoziati con Kiev, ma più che un’apertura al dialogo, la sua è parsa una richiesta di fine ostilità a scapito della controparte ucraina. «Non vogliamo un ritorno all’Urss. Kiev rispetti la volontà popolare, cessi il fuoco e torni al tavolo del negoziato, noi siamo pronti», ha infatti esortato rivolgendosi alle autorità di Kiev, anche se non si può escludere la possibile volontà di rallentare gli sforzi militari l’indomani dei successi ottenuti sul campo dalle forze ucraine. Di diverso avviso il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che su Telegram ha dichiarato: «Abbiamo la situazione sotto controllo. Tutto sarà Ucraina. Questa è la nostra terra, il nostro popolo. Non daremo mai ciò che è nostro agli occupanti». Da parte di Putin non è mancato l’attacco all’Occidente che, a suo dire, «ha cercato e sta cercando una nuova occasione per indebolire e distruggere la Russia» perché ossessionato «dall’esistenza di un paese così grande che ha riconquistato il suo posto nel mondo». Quello dell’Occidente, insomma, sarebbe «un delirio, un inganno vero e proprio, le promesse di non espansione della Nato erano menzogne». Quanto al ricorso all’arma nucleare, più volte minacciato nelle ultime settimane, Putin ha ricordato che «sono stati gli Usa a sganciarla, per due volte, in Giappone: loro hanno creato il precedente». Ad ogni modo, la conclusione del presidente russo accompagnata dalla standing ovation dei presenti, «la verità è dalla nostra parte, la Russia è con noi».