Si registra un progressivo scivolamento verso la disoccupazione di lunga durata

Torna lo spettro della inattività, quel fenomeno rappresentato, per l’Istat, da coloro che, in età lavorativa, non lavorano, ma neanche cercano in maniera assidua una occupazione. È quello che per l’universo giovanile ha assunto l’espressione neet, proprio ad indicare questa sorta di limbo nel quale precipitano i ragazzi che non studiano né lavorano. Nel mese di agosto, sono infatti 91mila in più gli inattivi, a fronte del contemporaneo calo degli occupati e dei disoccupati. La crescita della inattività era emersa chiaramente nei primi mesi della pandemia, tanto è vero che l’Ugl aveva segnalato più volte la cosa all’allora presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e in Parlamento in tutte le occasioni utili. Ora questa ripresa preoccupa fortemente, in quanto l’inattività è spesso accompagnata dalla disoccupazione di lunga durata, un altro fenomeno tipicamente italiano, causato principalmente dall’assenza o, comunque, dalla fortissima carenza di strumenti di politica attiva. Tornando ai dati di agosto, il tasso di occupazione scende al 60%, come scende pure il tasso di disoccupazione: è al 7,8% quello generale e al 21,2% quello riferito ai soli giovani. Torna di attualità, quindi, la necessità di uscire da questa spirale, dopo che la riforma delle politiche attive introdotta con la legge di bilancio stenta a decollare e dopo tutte le polemiche che accompagnano da tempo il reddito di cittadinanza.