Il nuovo governo dovrà affrontare il tema già nella legge di bilancio

Probabilmente è inutile attendersi particolari novità dal Consiglio dei ministri ancora in corso, almeno sul versante delle pensioni. Proprio in queste ore, a Palazzo Chigi, Mario Draghi e i suoi ministri stanno infatti discutendo la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, la cosiddetta Nadef che anticipa la manovra di bilancio vera e propria che potrebbe arrivare nella seconda metà di ottobre. Del resto, già il Def era stato molto parco rispetto a qualsiasi ipotesi di riforma previdenziale, nonostante le pressanti richieste di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. I sindacati sono fortemente preoccupati per gli effetti dello scalone della Fornero. Il 31 dicembre prossimo scadono le sperimentazioni di Quota 102, Ape sociale e Opzione donna, i tre strumenti che, comunque, pur con dei limiti, hanno assicurato un minimo di flessibilità in uscita. Senza flessibilità, si penalizzano i lavoratori maturi, ma si interrompe anche la possibilità di accesso delle giovani generazioni. Un concetto che i sindacati hanno ribadito più volte prima a Giuseppe Conte e poi a Draghi e che confermeranno al prossimo governo di centrodestra nel cui programma elettorale è prevista l’introduzione di Quota 41, con riferimento alla sola anzianità contributiva. I tempi molto stretti per l’approvazione della legge di bilancio, però, potrebbero anche far propendere per una proroga di Quota 102, Ape sociale e Opzione donna.