«La Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari, se necessario, in base alla dottrina nucleare». Ad affermarlo, citato dalla Tass, è stato il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, ed ex presidente della Federazione, Dmitry Medvedev. La Russia – ha quindi aggiunto – «farà tutto il possibile per impedire ai vicini ostili, come l’Ucraina, di acquistare armi nucleari». La minaccia nucleare, dunque, resta potenzialmente concreta, almeno in apparenza, nonostante gli appelli ad un de-escalation se non altro a parole arrivate negli ultimi giorni da più parti, compresi gli Stati Uniti che negli ultimi giorni hanno ribadito la posizione. Legato alla questione di possibile utilizzo dell’arma nucleare è il tema dell’annessione delle regioni che nel Donbass partecipano ai referendum – in chiusura oggi – per l’annessione alla Russia. Secondo il ministero della Difesa britannico, Vladimir Putin potrebbe rivolgersi a entrambe le Camere del parlamento russo venerdì 30 settembre e annunciare formalmente l’adesione dei territori occupati alla Federazione. Mentre il patriarca di Mosca Kirill esorta i russi ad una “mobilitazione spirituale” che porterà alla riconciliazione Russia e Ucraina, si continuano a registrare fughe dal paese dopo l’annuncio di mobilitazione del presidente russo alcuni giorni fa. «Tale mobilitazione ha costretto più di 115 mila persone ad andare all’estero», ha riferito su Twitter il sito di informazione Труха. Altra questione spinosa: i danni a tre linee del gasdotto Nord Stream, definiti «senza precedenti», per cui – ha riferito la società in una nota ripresa, tra gli altri, da Bloomberg – «è impossibile in questo momento stimare la tempistica per la ripresa delle operazioni di ripristino». Ieri il Nord Stream aveva riferito di un calo di pressione su due sue linee, con le autorità svedesi e danesi che avevano identificato perdite di gas nel Mar Baltico, in prossimità della rotta del gasdotto. Il governo federale tedesco non esclude che i danni siano stati causati da attacchi: a scriverlo è il quotidiano Tagesspiegel, citando proprie fonti. Ma ipotesi simili sono state avanzate anche dalla Danimarca. Da parte sua il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitri Peskov, ritiene la diminuzione della pressione sulle linee del Nord Stream «una situazione senza precedenti che richiede un’indagine urgente».