In occasione delle amministrative 2021, il governo ha incentivato con dei finanziamenti i Comuni a trasferire i seggi in sedi alternative alle scuole

Dei 61.562 seggi elettorali, quasi nove su dieci (88%) si trovano all’interno di edifici scolastici. Lo rivela un dossier del Csel, il Centro Studi Enti Locali, realizzato per Adnkronos sulla base dei dati del ministero dell’Interno aggiornati al 2021, aggiungendo che il 75% dei fabbricati, dove sono allestiti uno o più seggi, sono edifici destinati alla didattica. Una consuetudine che il governo ha cercato di modificare, incentivando con dei finanziamenti i Comuni a trasferire i seggi elettorali in sedi alternative alle scuole: l’articolo 23-bis del decreto Sostegni (dl 41/2021) ha stanziato 2 milioni di euro destinati ai Comuni che avrebbero individuato, entro il 15 luglio 2021, delle sedi extra-scolastiche da destinare al funzionamento dei seggi elettorali in occasione delle amministrative 2021. Hanno risposto in poche, appena 117 amministrazioni locali, pari a poco più dell’1% cento del totale. Con 25 Comuni, la Calabria è la regione con il numero più alto di amministrazioni che hanno aderito al programma. A seguire Veneto (21), Lombardia e Piemonte (entrambe con 13), Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia con 9 e il Lazio con 7 enti. A pari merito anche Campania e Toscana, con 5 Comuni ciascuna. E poi ancora le Marche (3), l’Umbria e l’Abruzzo (2) e la Liguria, la Puglia e la Basilicata, a quota uno. Nonostante una scarsa partecipazione, sono stati trasferiti 510 seggi, consentendo la continuità della presenza in aula per oltre 30 mila studenti.