di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Da oggi apre ufficialmente al pubblico la nuova sede dell’Ugl Friuli-Venezia Giulia, nella città di Trieste, capoluogo di Regione. Un evento importante per la nostra organizzazione, dato che la sede rinnovata ha lo scopo di offrire una migliore assistenza a lavoratori, pensionati e cittadini friulani e giuliani e che sarà inoltre un luogo completamente accessibile, nel quale troverà spazio anche l’Ufficio Regionale e Provinciale per la Disabilità, il tutto sotto la guida del segretario generale di Ugl Fvg, Roberta Vlahov. Un momento di concretezza, di ulteriore e costante rilancio del nostro sindacato. Ma anche un appuntamento dal forte valore simbolico. Per il passato di Trieste, città da sempre particolarmente cara all’Ugl, e per il suo presente, di gravi difficoltà economiche ed occupazionali. Una città già messa a dura prova durante il periodo pandemico, a causa di una contrapposizione particolarmente esacerbata fra sostenitori e contrari al green pass nei luoghi di lavoro, un periodo che andrebbe maggiormente analizzato e nel quale si sarebbero dovute trovare formule migliori per garantire nel contempo sicurezza sanitaria e coesione sociale. Un territorio, poi, costretto ad affrontare ulteriori difficoltà, in particolare quelle derivanti dalla scelta improvvisa della multinazionale finlandese Wartsila di spostare la fabbricazione di motori navali da Trieste, dove si trova lo stabilimento più grande d’Europa di questo tipo, di proprietà italiana fino al 1997, e trasferirla in Finlandia. Con l’intenzione di dimezzare il numero dei lavoratori della sede italiana e lasciare qui da noi solo le attività di vendita, assistenza e ricerca, spostando altrove il cuore pulsante della produzione. L’ennesimo caso di deindustrializzazione, che la città di Trieste ed il territorio del Friuli-Venezia Giulia hanno, però, affrontato con grande spirito ed unità di intenti fra rappresentanti dei lavoratori e delle istituzioni, dando vita ad una mobilitazione generale che ha portato a risultati importanti. Come l’emendamento anti-delocalizzazioni, che aumenta i tempi della trattativa, prevede la restituzione dei fondi ricevuti dallo Stato, innalza le sanzioni per chi delocalizza senza accordi sindacali, impone il rispetto dei contratti precedenti in caso di subentro o cessione delle attività. La vertenza è aperta, restano in piedi i presidi e le cause contro l’azienda per condotta antisindacale, in attesa delle decisioni della magistratura, restano le preoccupazioni per la sorte dei lavoratori, dell’indotto, della città. L’obiettivo finale non può che essere quello del mantenimento dei livelli occupazionali e della continuità produttiva, con o senza i finlandesi. Trieste di nuovo emblema dell’Italia intera, di un Paese che non si vuole arrendere e vuole mantenere la propria tradizione industriale, come la nostra sede è simbolo dell’impegno costante di tutta l’Ugl, sempre al servizio dei lavoratori italiani e del Paese.