Ugl e Cisl chiedono impegni concreti al governo che verrà. Le posizioni in campo

Quando ormai mancano poche ore alla chiusura della campagna elettorale, il tema delle pensioni torna prepotentemente al centro dell’attenzione, dopo il forte richiamo dei segretari generali di Ugl e Cisl, Paolo Capone e Luigi Sbarra sulla necessità di superare lo scalone della Fornero, conseguenza diretta della fine della sperimentazione di Quota 102, Ape sociale e Opzione donna. Il 1° gennaio, senza un intervento correttivo, i lavoratori e le lavoratrici si troverebbero privi di qualsiasi paracadute, con la sola possibilità di andare in pensione al raggiungimento del requisito anagrafico dei 67 anni o dei 42 anni e 10 mesi di contribuzione effettiva, salvo alcune tutele specifiche, come ad esempio per i lavoratori usuranti. L’Ugl ha proposto da tempo l’introduzione di Quota 41, riferita agli anni di contribuzione, più la stabilizzazione di Ape sociale e Opzione donna per andare a coprire determinate categorie di addetti. Anche le altre sigle hanno mostrato interesse per questa misura, con il già sottosegretario al Ministero del lavoro, Claudio Durigon, adesso responsabile delle Lega per il lavoro, che ha confermato l’intenzione di un futuro governo di centrodestra di intervenire il prima possibile sulle pensioni. Più sfumata, invece, la posizione del Partito democratico, che non ha lanciato una proposta formale, mentre il cosiddetto Terzo polo sembra difendere a spada tratta la Fornero.