Il salario minimo legale orario non è, però, per i sindacati, la risposta attesa

Si avvicinano le elezioni e il tema del lavoro prova a ritagliarsi lo spazio che merita, ma che, raramente, sembra avere nel dibattito politico. Non a caso, l’Ugl, in queste due settimane, ha promosso cinque conferenze stampa proprio per richiamare l’attenzione dell’opinione pubbliche su aspetti che vanno dalla sicurezza sul lavoro alle retribuzioni, passando per la partecipazione, le pensioni e il reddito di cittadinanza. Una campagna che ha avuto un importante riscontro sugli organi di stampa, ma che è stata condotta quasi in solitario, visto che altre sigle sindacali hanno preferito mantenere un profilo più basso ed attendista. Nella giornata odierna, il ministro del lavoro e delle politiche sociali uscente, Andrea Orlando, è tornato sulla dignità del lavoro, evidenziando la necessità di assicurare ai lavoratori e alle lavoratrici le migliori condizioni organizzative e retributive. Come noto, lo stesso Orlando, negli ultimi mesi, è sembrato virare verso il salario minimo legale, senza mai chiarire, però, fino in fondo, la portata di questo intervento. I disegni di legge presentati in Parlamento dal Movimento 5 Stelle e dal Partito democratico si sono concentrati sulla paga oraria, rispettivamente 9 euro lordi e 9 euro netti, non trattando però la questione delle poche ore lavorate e della scarsa durata dei contratti di lavoro, come, viceversa, segnalato dall’Istat.