Inflazione al 10% nel breve termine. Salgono ancora i prezzi alla produzione

Continuano a crescere i prezzi alla produzione in Germania, dove le rilevazioni ufficiali indicano un aumento mensile del 7,9% ad agosto, contro il +1,6% prospettato dagli economisti, mentre su base annua l’aumento è stato del 45,8%, a fronte del +37,1% atteso. Il dato diffuso oggi preoccupa non poco visto l’allarme lanciato lunedì dalla Bundesbank, che vede un’inflazione vicina al 10% nel breve periodo e l’entrata in recessione nel corso dell’inverno. «Ci sono crescenti segnali di recessione nell’economia tedesca – si legge nel bollettino mensile diffuso dalla banca centrale tedesca – e vanno in direzione di un declino significativo, ampio e duraturo della produzione economica». Mentre nel secondo trimestre il Prodotto Interno Lordo della Germania è aumentato dello 0,1%, per il terzo ed il quarto si prevede ora una contrazione. «L’elevata inflazione e l’incertezza per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico e i suoi costi – avverte la Bundesbank – non stanno influenzando solo l’industria del gas e dell’elettricità, nonché le sue attività di esportazione e gli investimenti, ma anche i consumi privati e i fornitori di servizi che ne dipendono sono interessati». Ad oggi, secondo le ultime rilevazioni di Standard&Poor’s Global sull’andamento dell’attività economica del settore privato dell’Eurozona, la Germania è la causa principale del declino generale dell’attività dell’area. A luglio, infatti, l’indice PMI composito tedesco si è attestata a 46.9 punti, toccando il livello più basso degli ultimi 27 mesi e quindi la più elevata contrazione dalla prima ondata della pandemia da Covid-19.