Stanziati 14 miliardi. Previsto un contributo di 150 euro per 22 milioni di italiani e una norma contro le delocalizzazioni

Stanziati 14 miliardi per il decreto aiuti ter a sostegno delle famiglie e delle imprese. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo in conferenza stampa a margine del Consiglio dei ministri, all’indomani del via libera della Camera al dl Aiuti bis – 322 sì, 13 no, 45 astenuti –, che adesso torna al Senato: l’Aula di palazzo Montecitorio ha eliminato infatti la norma che eliminava il tetto per gli stipendi dei vertici della Pubblica amministrazione inserita dal Senato. Nel complesso il governo ha fornito aiuti per 60 miliardi di euro, ha sottolineato il premier, ribadendo che «non ci sarà alcuno scostamento di bilancio». Non sarà necessario, perché le maggiori entrate «prodotte dall’aumento del tasso di inflazione e dalla crescita» finanzieranno le misure. Inclusa quella che riconosce un contributo di 150 euro per milioni di italiani: «Il decreto prevede l’estensione dei crediti di imposta, un rafforzamento ed un ampliamento dei beneficiari. Da oggi centinaia di piccole imprese ne avranno accesso. Prevediamo un contributo sociale di 150 euro per 22 milioni di italiani che guadagno meno di ventimila euro», ha annunciato Draghi. Previste anche misure per mitigare gli effetti del caro energia e contrastare il fenomeno della delocalizzazione: il testo introduce la revoca per le aziende di ogni beneficio statale ricevuto in caso di delocalizzazione che preveda il 40% di licenziamenti dei dipendenti. «Un passo in avanti importante», ha commentato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.