La leader di FdI chiude nuovamente a uno scostamento di bilancio per affrontare la crisi energetica. Salvini: «Per prima cosa, abolizione della legge Fornero»

«Questa non è la situazione migliore in cui ritrovarsi a governare questa nazione dopo il voto del 25 settembre. E credo che serva molta lucidità, buon senso e un discreto coraggio per realizzare in tempi rapidi provvedimenti chiari, comprensibili». Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in collegamento durante un evento di Confartigianato, indicando nei «conti pubblici» e in «una serie di fattori macroeconomici» i motivi di maggior preoccupazione. Sull’emergenza energetica, che rischia seriamente di mettere in ginocchio migliaia di imprese, «la sfida ora è soprattutto sul price cap europeo, è l’unica soluzione efficace perché taglia la speculazione», ha aggiunto Meloni, sostenendo che «l’altra misura efficace anche a livello nazionale, perché l’Europa è lenta, è il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello delle fonti di energia elettrica». Queste le strade da seguire, secondo Meloni. Che ha escluso nuovamente «uno scostamento di bilancio»: «Trenta miliardi è un pozzo senza fondo, se non mettiamo un tetto al prezzo del gas, cioè non basteranno 30 miliardi non ne basteranno 50 né 100». La legge Fornero, «che sta bloccando pensioni, lavoro, serenità e sta gettando nella disperazione famiglie», e la legge sulla sicurezza saranno le priorità di un eventuale governo di centrodestra – centrodestra che chiuderà la campagna elettorale in piazza del Popolo, a Roma, il 22 settembre alle 17:30 –, ha ribadito il leader della Lega, Matteo Salvini, nel corso di un evento elettorale a Campobasso. «Ci opporremo in tutti i modi per impedirlo. La questione del Presidenzialismo è un alibi per chiedere pieni poteri e l’uomo o donna sola al comando», ha detto il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, commentando in un’intervista esclusiva all’Agenzia Vista. eventuali riforme costituzionali proposte da un governo di centrodestra. Su questo punto, il leader di Italia viva, Matteo Renzi, s’è detto disponibile ad un confronto: «Se la Meloni proporrà le riforme costituzionali io sto al tavolo, caspita se sto al tavolo. A me interessa dare una mano al Paese», ha assicurato a “L’aria che tira”. Sullo sfondo, il caso dei presunti finanziamenti russi (oltre 300 milioni di euro, dal 2014) a partiti stranieri denunciati dal rapporto del Dipartimento di Stato statunitense. Al momento, il caso non coinvolgerebbe formazioni politiche italiane, ha riferito ieri il presidente del Copasir, Adolfo Urso. Non sono esclusi nuovi sviluppi. «Non vorrei che alla fine, rispetto a presunte interferenze, si arrivasse invece a un inquinamento della campagna elettorale con queste insinuazioni», ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, commentando il caso. Domani (forse) se ne saprà qualcosina in più, con il sottosegretario con delega alla sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli, che riferirà al Copasir.