In aumento a luglio anche gli inattivi, un segnale molto preoccupante

Crescono gli occupati in termini di ore lavorate: nel secondo trimestre del 2022, l’incremento è stato dell’1,3% rispetto ai tre mesi precedenti e, soprattutto, del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2021. Si tratta di una dinamica simile a quella osservata, sempre dall’Istat, del prodotto interno lordo, cresciuto rispettivamente dell’1,1% e del 4,7%. Tradotto in valori assoluti, parliamo di 175mila addetti in più a giugno rispetto a marzo. Significativamente, i contratti a tempo indeterminato crescono di 126mila unità, tre volte di più dei contratti a tempo determinato (+48mila), con il tasso di occupazione che il 60%. Nello stesso periodo si segnala una contrazione sia dei disoccupati (-97mila) che degli inattivi (-121mila). Siamo davanti a numeri confortanti che vanno però correttamente interpretati, osservano dal sindacato, in quanto le prime settimane di luglio hanno viceversa segnato una contrazione degli occupati (-22mila) ed una crescita degli inattivi (+54mila). Prudenza quindi con i vertici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che chiedono al governo, presente e futuro, di intervenire in maniera consistente sul versante del cuneo fiscale, nell’ottica di favorire nuova e stabile occupazione. Anche le associazioni datoriali insistono sullo stesso punto, chiedendo però che la riduzione delle tasse agevoli in primo luogo le imprese. I sindacati puntano invece sul potere d’acquisto degli stipendi.