Yerevan chiede aiuto a Mosca per conflitto con Baku

I nuovi scontri avvenuti nella notte nel Nagorno-Karabakh, territorio conteso da Armenia e Azerbaijan, ha di nuovo alzato il livello d’allarme nella regione dopo la tregua raggiunta nel 2020 mediata dalla Russia. Stavolta, però, la situazione potrebbe precipitare ulteriormente. In ragione del Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza tra Armenia e Russia, infatti, il Consiglio di sicurezza armeno ha deciso di rivolgersi e chiedere aiuto a Mosca in relazione all’aggravamento della situazione al confine con l’Azerbaigian. È stato il Consiglio dei ministri armeno, citato dall’agenzia russa Tass, a renderlo noto. Un quadro che desta maggiore preoccupazione, soprattutto alla luce della guerra in Ucraina. Da parte sua il premier armeno, Nikol Pashinyan, ha sentito al telefono il presidente russo Vladimir Putin e quello francese, Emmanuel Macron, oltre al segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Tutte le parti concordano nel ritenere inaccettabile una nuova escalation nell’area. L’Armenia ha denunciato l’aggressione dell’Azerbaigian che ha provocato 49 soldati morti negli scontri, ma i ministeri della Difesa di Yerevan e Baku continuano ad accusarsi reciprocamente per l’escalation al confine, parlando di vittime e danni materiali a causa di bombardamenti. L’accordo del 2020 – il territorio era stato già teatro di guerra negli anni ‘90 – aveva previsto, tra le altre cose, alcune importanti concessioni territoriali da parte dell’Armenia e una presenza di peacekeeper russi allo scopo di evitare nuovi conflitti e di mantenere intatta la tregua.