Francesco richiama l’attenzione sull’eccessivo gap fra dipendenti e manager

Un discorso, quello pronunciato da Papa Francesco, che non lascia spazio ai dubbi, soprattutto perché fatto durante l’udienza degli industriali italiani. Secondo Bergoglio, «se la forbice tra gli stipendi più alti e quelli più bassi diventa troppo larga, si ammala la comunità aziendale e presto si ammala la società». Poco prima, sempre Papa Francesco aveva osservato: «è vero che nelle imprese esiste la gerarchia, è vero che esistono funzioni e salari diversi, ma i salari non devono essere troppo diversi». Affermazioni nette che hanno prodotto delle reazioni immediate sia nelle parti sociali che nelle stesse forze politiche impegnate in campagna elettorale, con qualcuno che ha provato a rilanciare il salario minimo orario per legge. Pur con delle differenziazioni, i partiti che gravitano nell’area di centrosinistra appoggiano l’idea di un salario minimo orario per legge, mentre il centrodestra, più vicino in questo ai sindacati e alle associazioni datoriali, punta alla valorizzazione della contrattazione collettiva e, conseguentemente, sul rafforzamento delle relazioni industriali. Un aspetto, quest’ultimo, che richiama immediatamente la necessità di dare piena attuazione all’articolo 46 della Costituzione sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa, una richiesta da sempre avanzata dalla Ugl e sulla quale, pur con dei distinguo, si stanno allineando altre sigle sindacali.