Le regole sul distanziamento hanno inciso fortemente sulle classi e il trasporto locale

Dopo due anni scolastici fortemente condizionati dal Covid-19, le scuole riaprono cercando di ritornare il più possibile alla normalità, almeno sotto il profilo sanitario. Come noto, la pandemia ha inciso profondamente fin da marzo 2020. Nella più completa incertezza, in quelle settimane è partita una prima sperimentazione diffusa della didattica a distanza, in una condizione di quasi assolutamente mancanza di mezzi sia fra gli studenti che fra gli stessi docenti, con piattaforme che spesso neanche riuscivano a supportare una classe completa. L’anno scolastico 2019-2020 si è concluso senza rientro in classe e con un esame di maturità leggero e fra mille accorgimenti. L’anno scolastico successivo ha vissuto fasi molto difficili, prima ancora del suono della prima campanella. Le regole sul distanziamento hanno infatti imposto un enorme sforzo organizzativo ai comuni e alle province e città metropolitane per trovare gli spazi adeguati e per assicurare il trasporto pubblico locale. Il tutto mentre gli uffici scolastici regionali, e con essi i dirigenti scolastici, si sono trovati a dover fronteggiare una forte mancanza di personale, tanto che si è arrivati a reclutare perfino giovani studenti universitario iscritti al secondo anno. I momenti maggiormente critici sono coincisi soprattutto con il periodo compreso fra la fine di ottobre e le prime settimane di gennaio con una crescita esponenziale dei casi di contagio che hanno costretto migliaia di classi a periodi di quarantena prolungata e ripetuta.