Pesa il caro energia e la forte riduzione dei consumi in tanti settori produttivi
Non in tutti i settori, ma il caro energia e le enormi difficoltà nel reperimento delle materie prime stanno già creando delle forti ripercussioni sul versante dell’occupazione. Per la prima volta da diverso tempo, il report di Anpal e Unioncamere segnala infatti una riduzione delle intenzioni di assunzione. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il calo medio è del 3%, ma sale al 19,9% per la meccanica, al 25,6% per la metallurgia e al 31,2% per la moda, settore, quest’ultimo sul quale pesa direttamente anche l’effetto sanzioni alla Russia. In controtendenza l’edilizia, comparto nel quale si prospetta, viceversa, una ripresa dell’occupazione: le imprese del settore sembrano puntare, infatti, nello sblocco delle risorse legate più o meno direttamente agli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico. Il contesto resta, quindi, molto fluido, cosa che conferma le preoccupazioni più volte espresse dai sindacati. Già lo scorso anno l’Ugl aveva evidenziato il rincaro delle materie prime e le possibili ripercussioni sui livelli occupazionali, tanto è vero che in quella occasione il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, aveva parlato di necessità di aggiornare i prezzari regionali per non rischiare lo stop ai cantieri. La successiva invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha fatto il resto con l’inflazione quasi a due cifre.