Secondo la leader di Fdi, «serve assistenza per chi non può lavorare, per chi può ci sono i centri per l’impiego». La replica di Conte: «Vuole la guerra civile?»

«Sono per l’abolizione del reddito» di cittadinanza, «serve assistenza per chi non può lavorare, per chi può ci sono i centri per l’impiego». Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha preso una chiara posizione sulla misura voluta fortemente dal Movimento 5 stelle. Che, attraverso il suo presidente Giuseppe Conte, ha replicato a stretto giro: «Vuole la guerra civile?», ha chiesto l’ex premier, commentando a RaiNews24 le parole di Meloni. Prosegue la campagna elettorale, in vista del voto del 25 settembre, tra frequenti botta-e-risposta tra i leader delle diverse forze politiche in campo. «Ha ragione Meloni», quando dice che il Rosatellum è stato imposto dal Partito democratico, ha detto oggi il segretario del Pd, Enrico Letta, alimentando un dibattito a distanza con la leader di FdI: a Letta, che ieri ha definito il Rosatellum «la peggior legge elettorale di sempre», Meloni ha fatto notare che il Pd ha la paternità della riforma. «Fu Renzi che lo impose, pensando a sé stesso», s’è difeso oggi il segretario. Che da giorni continua a paventare «un allarme democratico in caso di vittoria del centrodestra», lanciando un appello all’elettorato invitandolo al cosiddetto «voto utile»: «Chi vota Terzo polo e 5 Stelle sostanzialmente favorisce la destra». «Il voto utile è quello che fa accadere cose che fanno bene al Paese, il resto è voto inutile», ha replicato il leader di Azione, Carlo Calenda, che in occasione delle elezioni si presenta in partnership con Italia viva. «Il taglio dei parlamentari – ha scritto invece Calenda su Facebook, rivolgendosi a Letta che sostiene che «con il taglio dei parlamentari si sarebbe dovuto cambiare la legge elettorale» e che il Pd ha provato a farlo – lo avete votato per sudditanza morale e culturale ai 5S, e poi non avete fatto nulla. Non prendere in giro gli elettori. Dopo due anni di giuramenti di fedeltà ai 5S non ho ancora sentito una parola di scuse per i danni fatti. Basta!».