di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Oggi il mondo saluta l’ex primo ministro dimissionario britannico, Boris Johnson, e dà il benvenuto ad una probabile nuova “Lady di Ferro”: Liz Truss, una vera tory, cioè una vera conservatrice. Devota alla libertà (suo il manifesto politico del 2010 “Britannia Unchained”), tanto da aver chiamato la sua secondogenita di 13 anni Liberty, la sua storia è interessante non soltanto perché succede ad un primo ministro, che resterà nella storia per essere stato il premier della Brexit e da lei per questo ringraziato, ma anche perché è la terza donna a Downing Street, dopo Margareth Thatcher e Theresa May, e per la terza volta del partito conservatore. Ma con un passato laburista, tanto da essere stata ripudiata dal padre – così riportano le cronache di oggi -, nel senso che lui non l’ha mai sostenuta né votata. 47 anni, nata ad Oxford, da giovane cantava “Maggie Out” (trad. Vattene Thatcher) ed era contro la guerra; oggi non solo ha come riferimento la Lady di Ferro, ma è assolutamente favorevole al conflitto in Ucraina, tanto da aver già suscitato la reazione piccata di Mosca («Truss aggressiva perché GB perde influenza»). La sua metamorfosi politica è spiegata da più diplomatici «per lo snobismo degli studenti di sinistra e per le sofferenze dei parenti nella Polonia comunista», mentre dai più ostili con la parola “ambizione”.
Oggi il Corriere della Sera titola in un articolo a lei dedicato: «Liz Truss, Londra vira (più) a destra». Una conferma ad un dato della realtà ormai incontrovertibile: a sinistra si parla di diritti e di nuove frontiere dei diritti, di pari opportunità, si discute di come sfondare il famoso “tetto di cristallo” che impedisce alle donne di arrivare al vertice; a destra tutto ciò semplicemente accade. Non solo: i quotidiani prevedono un gabinetto, che sarà annunciato stasera, di ministri a lei fedelissimi e che, per la prima volta, nella storia saranno occupati da persone di colore. Sarà così per il Cancelliere dello Scacchiere, per il ministro degli Esteri, per gli Interni. Insomma, non ci sarà al vertice del nuovo governo nessun maschio bianco.
Sarà interessante vedere come una «adepta dell’ultra liberismo, della deregulation reganiana, del thatcherismo di ferro» – così la descrive Repubblica – si misurerà, a breve, con un piano mirato a congelare il costo della vita e evitare che, l’anno prossimo, l’inflazione possa sfondare il tetto del 22%.
Il compito di Liz Truss non sarà affatto facile. In primo luogo, perché ha vinto con il 57% dei voti degli iscritti dei conservatori, diventando leader di un partito profondamente diviso, e in secondo, perché, come riportano le agenzie italiane, i britannici sono già divisi sul nuovo primo ministro. Secondo un sondaggio di Yougov, il 50% dei cittadini del Regno Unito è «deluso»; «molto deluso» è il 33% degli intervistati; solo il 22% dei britannici si dichiara «molto o abbastanza soddisfatto». Staremo a vedere.