Intanto la crisi del gas fa crescere le tensioni tra Mosca e UE

Attentato kamikaze stamattina davanti l’ambasciata russa di Kabul, nel momento in cui un diplomatico russo è uscito per annunciare i nomi dei richiedenti il visto russo. Secondo il portavoce della Sicurezza della capitale afghana, Khalid Zadran, le vittime sono 6, tra i quali due funzionari dell’ambasciata. Diversi i feriti. Incerto il movente e se può essere collegato alla guerra in Ucraina. Ma intanto, tra crisi del gas e scontri che proseguono sul terreno, le parole pronunciate ieri dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, il quale ha parlato di una «grande tempesta globale» in cui la Russia «sarà in grado di preservare la macrostabilità in mezzo a questa tempesta», sono suonate come una minaccia all’Occidente. Da una parte, infatti, si assiste nel vecchio continente ad una serie di iniziative, molte ancora da implementare, proprio in vista dell’autunno-inverno, tra rischio razionamenti e consumi contenuti a fronte di ulteriori chiusure dei rubinetti da parte di Mosca. Che lamenta, stando al vicepremier russo con delega per l’energia, Alexander Novak, proprio le sanzioni, alla base del blocco di Nord Stream. La versione di Mosca è che i provvedimenti europei contro la Russia hanno impedito le adeguate riparazioni, violando i contratti. Una situazione che secondo Novak non può escludere nuovi aumenti del prezzo del gas in Europa. A detta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la Russia sta preparando un attacco agli europei sull’energia. Non c’è solo la questione energetica: in Ucraina, infatti, si continua a combattere. Nelle scorse ore Zelensky ha annunciato la liberazione di tre insediamenti, nella regione di Donetsk e nel sud. E anche in questo caso le distanze continuano ad essere evidenti: colloqui con Kiev – ha ribadito ieri Peskov – saranno possibili solo «alle nostre condizioni».