L’Ispettorato nazionale del lavoro ha chiarito cosa deve fare il datore di lavoro

Con la pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto legislativo 104 del 27 giugno 2022, il nostro Paese ha dato attuazione alla direttiva (Ue) 2019/1152 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019, relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Unione europea. Si tratta di quello che gli organi di comunicazione hanno ribattezzato come decreto Trasparenza. Diciassette articoli in tutto, distinti in quattro Capi a formare un pacchetto di misure che non hanno mancato di suscitare qualche polemica in ambiente datoriale. Secondo le organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro, si tratterebbe, infatti, di un appesantimento burocratico; opinione diversa, naturalmente, da parte dei sindacati dei lavoratori che evidenziano piuttosto gli elementi derivanti da una migliore e più approfondita conoscenza per il dipendente di quelle che potremmo definire le regole del gioco. Alla vigilia dell’entrata in vigore del provvedimento, avvenuta il 13 agosto scorso, è intervenuta anche una circolare dell’Ispettorato nazionale del lavoro a chiarimento degli aspetti più complessi del nuovo testo, partendo in particolare dal trattamento sanzionatorio legato agli adempimenti in capo al datore di lavoro. La circolare del 10 agosto dell’Ispettorato nazionale del lavoro ha fornito una risposta esplicita in particolare ai consulenti del lavoro, i quali, prima di questo chiarimento, erano arrivati ad ipotizzare un obbligo di consegna al dipendente di decine di pagine di informazioni sul contratto applicato.