«Noi vinceremo le elezioni, ma io voglio governare un Paese in piedi con le imprese in piedi e la gente che lavora, non un Paese in ginocchio». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, si sbilancia sul risultato elettorale – un’affermazione corroborata dai sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani, che danno il centrodestra in notevole vantaggio sul resto degli avversari –, chiedendo al «governo in carica» l’approvazione di «un decreto da almeno 30 miliardi di euro per bloccare gli aumenti delle bollette e del gas». Crede invece di poter colmare il gap con il centrodestra, il segretario del Partito democratico, Enrico Letta. Che non vuole darsi per sconfitto: «Ci sono tre settimane davanti in cui gli indecisi sono al 40%, i giovani non hanno ancora deciso cosa andare a votare, è una partita tutta da giocare», dice a margine di un incontro con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a Palazzo Marino. Non solo Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia; Letta deve tenere in considerazione anche la concorrenza del Movimento 5 stelle e dell’alleanza centrista Azione-Italia viva, tutte forze politiche che fanno riferimento allo stesso target elettorale – «Non solo i delusi del Pd potranno riconoscersi e votare per il Terzo Polo, noi vogliamo parlare anche ai delusi del centrodestra», precisa oggi Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Iv, cercando di allargare la platea – e che non si risparmiano colpi bassi. Durissimi, molto spesso. «Penso che dal 26 settembre partirà il congresso del Pd perché penso che la strategia di Letta lo porterà a una sonora sconfitta», attacca il leader di Iv, Matteo Renzi, pronosticando la fine dell’esperienza di Letta alla guida del Pd. Il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, contesta invece la narrazione del leader dem – «L’unica alternativa veramente vincente al centrodestra di Meloni e Salvini è il nostro centrosinistra» –, accusandolo di voler «costruire un inganno per i cittadini, volendo bipolarizzare questa partita politica e facendo credere che l’unico da votare in alternativa alle ricette insostenibili e inadeguate della destra della Meloni sia lui con il Pd».