L’ex presidente dell’Inps si schiera con il suo successore; la posizione dei partiti

Avvicinandosi le elezioni politiche, tornano di attualità alcune tematiche delle quali si è già dibattuto nel recente passato. Fra queste sicuramente il salario minimo legale, portato avanti nel corso della legislatura dal Movimento 5 Stelle e dal Partito democratico, ma mai veramente apprezzato dalle parti sociali. Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria e le altre organizzazioni hanno sempre insistito sulla centralità della contrattazione collettiva nella individuazione dei minimi contrattuali. Questo perché, si è fatto notare, il fenomeno del lavoro povero, portato a giustificazione della necessità di intervento legislativo, è spesso strettamente connesso alle poche ore lavorate nel mese e non tanto all’ammontare della paga oraria. A favore del salario minimo per legge si sono schierati l’attuale presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, e il suo predecessore, Tito Boeri. Quest’ultimo, in particolare, in un articolo apparso su La Repubblica, ha stroncato le proposte del Partito democratico e di Azione per rafforzare una tantum gli stipendi dei lavoratori dipendenti, sostenendo proprio l’introduzione del salario minimo orario per legge. Il centrodestra è decisamente più compatto sul no ad un intervento di legge sul versante della paga oraria, agevolando l’iniziativa delle parti attraverso degli sgravi fiscali e contributivi sostanziosi per rafforzare il potere d’acquisto dei salari e per generare nuova occupazione.