Il taglio del cuneo fiscale, per essere efficace, deve diventare stabile e consistente

L’elemento fortemente positivo è che, almeno fino a maggio, le imprese hanno continuato ad assumere in maniera consistente, visto che, su base annua, i posti di lavoro in più sono stati 797mila. L’aspetto che però deve indurre alla riflessione è che i dati sono fermi a primavera, prima dell’ulteriore fiammata dei costi delle materie prime e dei carburanti, ma anche prima di una stagione estiva che ha visto una fortissima ripresa del turismo, compreso quello internazionale. Un contesto di incertezza, quindi, che potrebbe riflettersi nei prossimi mesi, almeno fino a dicembre, considerati molto freddi sul versante del turismo. Non è un caso, infatti, che gli incrementi maggiori hanno riguardato i lavoratori intermittenti e gli stagionali, con un aumento rispettivamente del 62 e del 50%. Più indietro le altre forme contrattuali, pure se si segnala un significativo +40% sul versante del lavoro a tempo indeterminato. Con i due decreti Aiuti, l’esecutivo Draghi ha, per il momento, tamponato la situazione, favorendo l’erogazione di un bonus monetario e calmierando il prezzo dei carburanti. A lungo andare, però, servono misure strutturali, come richiesto più volte da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ad iniziare dal taglio del cuneo fiscale, previsto per adesso soltanto in via sperimentale e con un impatto peraltro di portata inferiore rispetto all’obiettivo di rilanciare i consumi.