Impennata del prezzo del gas, a 300 euro al Mwh, è emergenza energetica. Il prezzo impazzito mette in pericolo il sistema produttivo e sociale italiano

Le quotazioni del gas naturale al Ttf di Amsterdam sono arrivate a livelli record, ieri il prezzo più alto in assoluto, con 321 euro al Mwh, poi sceso e infine risalito sopra quota 300 euro con una inesorabile tendenza al rialzo. Il costo del gas è aumentato del 533,8% in un anno, del 300% solo dal mese di giugno, tra rimbalzo post-pandemico, guerra in Ucraina e speculazioni. A farne le spese le famiglie e le imprese, quelle grandi ed energivore, ma anche le piccole aziende, il commercio ed i servizi. 120mila imprese del terziario sono concretamente a rischio chiusura, con in bilico 370 mila posti di lavoro, questo l’allarme lanciato da Confcommercio mentre Confindustria ha chiesto aiuti concreti e rapidi al governo che, ha detto Bonomi, “può e deve intervenire”. L’esecutivo uscente, nonostante il mandato per l’ordinaria amministrazione, sta studiando un decreto anti-rincari che preveda un credito d’imposta per le imprese energivore da allargare anche alle Pmi, una nuova cassa integrazione d’emergenza, sul modello di quella per il Covid, e un intervento per calmierare almeno parzialmente i prezzi ed introdurre ulteriori rateizzazioni dei pagamenti. Se ieri il leader di Azione, Carlo Calenda, aveva chiesto una sospensione della campagna elettorale per affrontare l’emergenza energetica, invito respinto dagli altri partiti, oggi Matteo Salvini ha annunciato il pieno sostegno alle misure che saranno prese dal governo Draghi, chiedendo però un intervento corposo, da 30 miliardi di euro, ma Draghi non intenderebbe procedere con uno scostamento di bilancio, e non nascondendo le proprie preoccupazioni per il prossimo futuro: «Il rischio di razionamenti in autunno c’è. Se il prezzo non scende il prossimo Governo dovrà razionare luce e gas a partire dalle imprese. Per me l’operazione verità è sempre meglio dell’operazione silenzio».