Complice il Covid-19, impennata nei primi sei mesi, ma la tendenza è al miglioramento

L’effetto pandemia nel mondo del lavoro continua a farsi sentire, anche se la situazione appare nel complesso sotto controllo. Se è vero che i primi sei mesi dell’anno si sono caratterizzati per una impennata nella presentazione dei certificati medici – parliamo di quasi 20 milioni di unità con un incremento del 60% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno -, è pur vero che larga parte di questi certificati riguardano i primi tre mesi del 2022, in coincidenza con la crescita esponenziale dei contagi da Covid-19 che si è registrata subito dopo le vacanze natalizie. Al netto di queste considerazioni, resta comunque un quadro di fragilità che non può essere sottovalutato e che riguarda sia il settore privato che quello pubblico che quotano rispettivamente tre quarti ed un quarto dei certificati medici presentati. Guardando al dato macroterritoriale, è soprattutto nel centro Italia che si registra l’incremento maggiore fra un anno e l’altro: i certificati presentati sono quasi il doppio, con le altre aree geografiche distanziate di quasi venti punti percentuali. L’incremento maggiore si registra fra gli uomini rispetto alle donne e fra i giovani in confronto agli over 50. Tutte considerazioni che verosimilmente ritorneranno al tavolo di confronto che il prossimo governo aprirà con Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le altre parti sociali sull’eventuale rinnovo del protocollo condiviso con funzioni anti Covid-19.